lunedì 30 gennaio 2012


STEFANO “EDDA” RAMPOLDI
il nuovo album
ODIO I VIVI
28 febbraio 2012


Se muoio rinasco
Se rinasco mi tocca vivere
Se vivo prima o poi mi ammalo
Di sicuro invecchio
Per questo ODIO I VIVI, perché muoiono
(Edda)



Assolutamente unico nel panorama musicale italiano, Stefano “Edda” Rampoldi, ex cantante dei grandi Ritmo Tribale, ritorna con un nuovo capolavoro: “ODIO I VIVI”, secondo disco in uscita per l’etichetta Niegazowana (distr. Venus).
Edda, dopo un lungo periodo di assenza dalla scena musicale, è riapparso, nel 2009 con il progetto solista “Semper Biot”, un album oltre le mode e gli stili, scritto a quattro mani con l’autore e musicista Walter Somà. Un disco che oscilla tra tematiche di redenzione ed oscurità, in continua ambivalenza e definito dalla critica uno dei dischi più belli e toccanti di questo ultimo decennio, nella musica italiana.
Nel 2010, esce “In Orbita”, EP registrato da una live session a Radio Capodistria, nel programma In Orbita di Ricky Russo ed Elisa Russo.
Da gennaio 2011 nascono altri pezzi, che lentamente vanno a formare “ODIO I VIVI” . Il titolo ODIO I VIVI forse racchiude un senso d’amore per la vita. “Odio i vivi, ho i miei motivi, ma me li tengo per me” canta Edda.
Edda è poeta visionario e reale. Spirituale e naif, ma altrettanto terreno e carnale, mette a nudo la sua anima con linguaggio crudo e diretto, spesso impenetrabile se non fuorviante. Si esprime con frasi a metà, spesso lasciate cadere senza alcun significato apparente, in una sorta di rabdomanzia semantica. Immagini subliminali che puntano dritte all’inconscio e allo stomaco.
ODIO I VIVI è il secondo album nato dalla collaborazione tra Edda e Walter Somà che ha scritto parte delle canzoni. Le scritture dei due autori (amici e compagni d’avventura), si fondono, come era già successo in Semper Biot, generando una forma canzone sempre spiazzante e difficilmente catalogabile, sia nelle liriche che nella musica.
Alla produzione artistica di Taketo Gohara si devono invece le raffinate sonorità date dalla mescolanza di tradizione e innovazione con l’uso di strumenti elettrici e acustici, moderni e classici. Il tutto impreziosito dagli arrangiamenti orchestrali di Stefano Nanni.
La registrazione di ODIO I VIVI è avvenuta in maniera "itinerante", snodandosi tra il Noise Factory, dove è stato registrato da Taketo Gohara e Stefania Bonomini, il Perpetuum Mobile Studio, ma anche a casa di Otto, nel garage di Josè, nello studio di Cesare, nella stanza di Francesco, da Daniele Barbato presso Funtana Buddìa Recording studio.
Per Informazioni:

venerdì 27 gennaio 2012

Bobo Rondelli il 2 febbraio a Milano


BOBO RONDELLI

Giovedì 2 febbraio ore 21,30
c/o Teatro Franco Parenti - Sala Grande
(Via Pier Lombardo, 14 Milano)
presenta dal vivo

"L'ora dell'ormai"
il nuovo lavoro discografico

E' uscito il 25 ottobre nei negozi (Live Global/Self) “L’ora dell’ormai” il nuovo lavoro di Bobo Rondelli cantautore e cantastorie livornese dalla voce profonda e malinconica.
Attraversando vari stili nell’arco di quasi vent’anni di carriera, passando dal rock del primo album con gli Ottavo Padiglione (Ottavo Padiglione, 1993), alla musica balcanica del secondo (Fuori posto, 1995), al reggae di OndaReggae del 1999, entra in una fase di piena maturità che lo spinge a mettere completamente a nudo la sua personalità malinconica e riflessiva in Disperati, Intellettuali, Ubriaconi (2002), autentico capolavoro, e in Per Amor del Cielo realizzato da solista e uscito nel 2009.
Nel nuovo album “L’ora dell’ormai” Bobo continua a seguire il suo istinto, portando in superficie tredici canzoni le cui atmosfere e i testi in completa libertà descrivono il suo mondo interiore, la sua città, parlano di amore, di figli e omaggiano la poesia.
L’ora dell’ormai” è l’album della maturità “descrive quella gioia del dolore, del sentirsi vivi che si ha nell'ora dell'ormai, quando è troppo tardi. E il mondo ci regala tutte le sue meravigliose sinfonie”.
Tutto cantato con quella voce che lo contraddistingue, a tratti limpida, a tratti profondamente blues come nella bellissima poesia ”Livorno Nocturne” che esprime un male di vivere al limite del tragicomico.
“Una volta un non vedente si complimentò con me per la frase “Vista da un cieco Livorno è bellissima”, per questo ho voluto omaggiare e rendere noto che l'autore è Dimitri Espinoza, perché non è cosa buona imbrogliare i ciechi”.
L’incontro casuale di Bobo con il poeta Franco Loi, candidato al Nobel per la letteratura nel 2005, è un evento determinante per la vita del cantautore livornese, che sceglie di inserire una traccia con la voce dello stesso Loi che recita una sua poesia. Di Franco Loi è anche il brano “Sì A Me Delle Donne” scritta in milanese, poi trasposta in italiano e musicata da Bobo.
Grazie a Franco Loi è come se fossi tornato ai racconti intorno al casolare e avessi trovato un maestro spirituale, una specie di guru dell'occidente. Come ogni grande poeta vive la musicalità del suo dialetto e il significato di ciò che scrive ne esce illuminato come se fosse una preghiera”.
L’album è stato registrato e missato tra Febbraio e Aprile 2011 da Antonio Castiello presso lo studio Spaziozero di Livorno con la produzione artistica di Antonio Castiello, Bobo Rondelli e L'Orchestrino, e masterizzato al Nautilus di Milano da Antonio Baglio.


Per Informazioni:
Teatro Franco Parenti
Via Pier Lombardo, 14 Milano

Prezzo del biglietto: €23,00 - 28,75

martedì 24 gennaio 2012

John Cale a Milano


è orgogliosa di presentare
JOHN CALE
AND BAND
polistrumentista gallese co-fondatore 
dei Velvet Undergroud

in concerto a Milano

Giovedì 15 marzo ore 21.30
c/o MAGAZZINI GENERALI
(Via Pietrasanta, 14)
                                             BIGLIETTI IN VENDITA SUI CIRCUITI:
www.vivaticket.it/
Arriva in Italia a marzo per tre date imperdibili John Cale, icona e padre fondatore del Rock, senza ombra di dubbio uno dei musicisti più importanti ed influenti della storia della musica. Il 15 marzo sarà ai Magazzini Generali di Milano, il 16 a Roma e il 17 a Torino.

Co-fondatore insieme a Lou Reed nel 1967 dei Velvet Underground, Cale non ha mai avuto un ruolo fisso all'interno della band. Polistrumentista nell'animo ha sempre spaziato tra suoni, melodie e generi suonando viola elettrica, piano e basso. Elemento chiave e immancabile: la sperimentazione, stesso elemento che, mischiato allo stile di Reed ha creato il tipico, memorabile e riconoscibile "suono" dei Velvet.

In seguito però i contrasti nel gruppo ruppero l'alchimia e nel 1968, dopo la pubblicazione del secondo disco "White light/White heat”, Cale lasciò così la band per divergenze con Lou Reed.
Dopo l'esperienza con i Velvet, John Cale ha intrapreso una brillante carriera solista, alternando album rock a collaborazioni e musiche da film; ancora oggi porta avanti le sue infinite passioni destreggiandosi eccelsamente tra produzioni musicali, sperimentazioni e avanguardia sonora e visiva.
Il nuovo album, che vedrà la luce nella primavera del 2012 (Double Six/Domino Record), è stato anticipato dall'EP Extra Playful che contiene il primo video (girato dalla figlia di Cale, Eden) "Catastrofuk", uscito il 19 settembre.

Per Informazioni:
www.john-cale.com

lunedì 23 gennaio 2012

Simone Cristicchi in "Li Romani in Russia" al Teatro Verdi

Simone Cristicchi
in
Li Romani in Russia
Racconto di una Guerra a Millanta mila Miglia
Dal 24 al 29 Gennaio 2012 a Milano
Teatro Verdi
(Via Pastrengo, 16)
Regia di
Alessandro Benvenuti 


Li Romani in Russia, che ha debuttato a Mosca il 31 ottobre 2010, nell'ambito di SOLO, la rassegna internazionale del monologo che si è tenuta al Teatro Na Strastnomè uno spettacolo di Simone Cristicchi, per la regia di Alessandro Benvenuti, che ha girato l’Italia e che ora sarà in scena dal 24 al 29 gennaio a Milano per sei serate in cui l’incanto della poesia incontrerà il fascino del teatro.
Già acclamato dal pubblico, Li Romani in Russia è recital intenso in cui Simone Cristicchi non è soltanto narratore, ma attore naturale e credibile che racconta con passione e coinvolgimento la tragedia italiana della campagna in Russia.
Tratto dall'omonimo poema in versi di Elia Marcelli, il monologo racconta l'orrore della guerra attraverso la voce di chi l'ha vissuta in prima persona, come in un ideale incontro tra il mondo delle borgate di Pasolini e le opere di Rigoni Stern e Bedeschi.
Un teatro civile che si presenta nuovo soprattutto per la forma del testo, mediante l'utilizzo di due elementi: la metrica dell'ottava classica (quella dei grandi poemi epici) e il dialetto romanesco (la lingua del Belli) che rende la narrazione ancora più schietta e veritiera. Il risultato è un affresco epico che non omette particolari crudi e rimossi dalla storia ufficiale (il luogo comune degli italiani brava gente), e che diviene quanto mai attuale in un'epoca di bombe intelligenti e guerre umanitarie.
Il monologo corale di Cristicchi si può definire anche dialogo a più voci per Attore Solo. Le voci sono quelle di Gigi, Nino, Mimmo, Nicola, Peppe e Remo, uomini prima ancora di essere soldati.  Il disegno luci elegante ed evocativo e la regia impeccabile di Alessandro Benvenuti, rendono questo spettacolo unico nel suo genere. Cristicchi fa sorridere e commuovere, riesce ad accompagnare gli spettatori tra la risata, amara e disillusa, fino al coinvolgimento emotivo più forte e intenso.
Per Informazioni: